Alcuni pezzi iconici della collezione arricchiscono gli ambienti dell’elegante ristorante francese.
Il nuovo attaccapanni Waltz, la sofisticata sedia Bodystuhl e l’iconico sgabello Cirque, arredano gli interni del nuovo ristorante La Forêt Noire a Chaponost, ad ovest di Lione, progetto realizzato dallo Studio Claude Cartier Décoration.
Lussuoso, elegante e con un sapore art decò, gli interni del ristorante richiamano i salottini della Parigi anni venti giocando sul contrasto di materiali, forme e colori ispirati ad una foresta equatoriale.
Profili in ottone e velluti verdi si accostano alla paglia di Vienna della sedia Bodystuhl di Nigel Coates: le curve del legno di faggio lavorato a vapore definiscono l’ampia seduta e lo schienale ergonomico, caratterizzati per la loro forma accogliente ed arricchiti da braccioli che ne amplificano le forme sinuose.
Un’interpretazione della naturalezza dei colori e delle linee, viene evidenziata anche dal nuovo attaccapanni Waltz dei GamFratesi realizzato in faggio curvato ed ispirato alla leggerezza dei passi del più antico e noto tra i balli da sala, il Valzer. Questo prodotto lascia grande libertà progettuale, grazie alla possibilità di affiancare più moduli – ognuno costituito da tre elementi curvi, i primi due rivolti verso l’alto e il terzo ribaltato verso il basso – posizionandoli lungo la parete sullo stesso asse o capovolgendoli, riproducendo così l’ideale linea tracciata dal flessuoso movimento di due ballerini che girando, girando, girando al ritmo della musica ne disegnano nello spazio il caratteristico profilo.
L’ambiente retrò e l’accostamento dei diversi elementi viene infine ritmato dal pavimento in marmo nero e bianco, gioco grafico dato anche dall’elemento curvato degli sgabelli Cirque di Martino Gamper che si inserisce nella base in modo inaspettato, delineando il profilo della seduta attraverso una catena di due o tre cerchi di legno che inanellano le gambe su tutta la lunghezza. Un virtuosismo estetico che si integra perfettamente con la funzionalità della seduta.
Credits fotografici: Erick Saillet and Guillaume Grasset
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